Nei miei servizi fotografici di gravidanza non sono mai stata ossessionata dalla ricerca della pancia nuda, da abiti da posa dai lunghi veli svolazzanti tra ombelichi scoperti. Da sempre, mi piace raccontare l’attesa di un bambino concentrandomi sulla coppia, sulla loro intesa, sul loro “sentire” quel momento così stravolgente e sconosciuto. Più che la donna da sola, mi ha sempre attratto fotografare entrambi i genitori insieme, per scovare quell’espressione, quel contatto fisico che racconta una storia d’amore. Non importa se la pancia non si vede nella sua pienezza, l’attesa di un bambino per me è quel sentire che sfocia in sorrisi e in sospiri, in mani che si cercano, trovano, intrecciano.
La mia “sala posa” è la natura con la sua stagione del momento, quel periodo che precede la nascita la cui luce resterà nei loro ricordi.
Spesso durante i miei corsi professionali di fotografia mi viene chiesto se offro io gli abiti da foto per le mamme o se dico loro cosa indossare per evitare che arrivino vestiti scoordinati rispetto ai canoni estetici con cui siamo bombardati in Instagram dove le famiglie sembrano uscite dalla pubblicità del Mulino Bianco con look super coordinati e colori in palette con lo sfondo. Ovviamente no. Sarò strana io ma desidero avere di fronte persone autentiche con i loro vestiti e i loro gusti. È indubbio che le foto saranno meno “estetiche” ma quello che a me interessa di più è il loro stato emotivo da raccontare con le mie immagini. L’emozione dell’attesa di un figlio si legge sui volti e non sui vestiti.