Intervista rilasciata da Nadia Di Falco fotografa per Serena Libutti di Melfi
La musica è stata e continua ad essere la fonte di ispirazione per antonomasia che mi ha spinto a fare di una passione un lavoro. Leggendo la tua biografia, sono stata colpita da questa frase: “ Ascolto tanta musica, mi piace perdermi dentro alle melodie e immaginarmi dove non sono, in situazioni presenti solo nella mia fantasia”. Capita spesso anche a me di fantasticare sulle note dei Radiodervish. Viaggiare con la mente per fortuna è ancora gratuito. Credo siano i viaggi più intensi, riflessivi e produttivi. Raccontami un pò di te e di come ti sei avvicinata al mondo della fotografia.
Credo che ogni fotografo vada sempre alla ricerca di se stesso (Luce) fotografando. Definisci la tua fotografia “emotiva”. Cosa ti affascina di questo mondo?
Amo molto la tua Fotografia. Mi soffermo spesso sui lavori che realizzi alle famiglie. L’Immagine sottostante, racchiude il concetto di famiglia.L’immensa cornice verde, simboleggia il senso di protezione della coppia nei confronti del loro piccolo. E’ una fotografia che, assieme alle altre che completano il lavoro, racchiude il tema dell’amore nel suo significato più profondo. Il mio è un pensiero del tutto personale. Credi che questa mia lettura rispecchi ciò che volevi trasmettere con questo scatto? Quanto ti emoziona concretizzare questa tipologia di servizi fotografici?
Quando dietro l’obiettivo fotografico c’è una donna, si intuisce subito…Perché affidarsi ad una fotografa?
Credo che uomini e donne, seppure aventi gli stessi diritti siano meravigliosamente e biologicamente diversi, ognuno con i propri lati speciali, le proprie debolezze e paure. Essere donna mi piace e nella mia fotografia metto tutta me stessa con il mio essere “femmina” nei suoi mille aspetti. Credo che la nostra predisposizione genetica e fisica di essere noi donne ad accogliere in grembo una vita, modifichi il nostro inconsapevole approccio e il nostro istinto naturale nei confronti di un bambino, di un’altra donna come noi, magari in dolce attesa o emozionata per il giorno delle sue nozze. Questo “riconoscersi” tra donne, per me, crea affinità. Amo raccontare le loro storie, il loro vissuto, i momenti importanti della vita e quando fotografo altre donne come me mi immedesimo in loro. Capita infatti spesso di sentirmi nei panni delle mie clienti in gravidanza e di immaginare mie le sensazioni che provano: da donna le comprendo e le sento mie, quel dolore all’utero, la sensazione del bambino che si muove dentro, magia. Sono molte anche le volte in cui durante le cerimonie riveda il mio matrimonio e di conseguenza mi riveda in loro, nell’agitazione dell’indossare il vestito, dei tacchi alti che fanno male ma che ci fanno sentire belle, in quell’immensa e inspiegabile emozione di camminare tremante verso il nostro uomo che ci aspetta all’altare. Questo lavoro mi ha permesso di creare dei legami speciali con molte donne incontrate lungo la strada che si sono identificate in me e io in loro.